martedì 9 maggio 2023

A cura di Tommaso Tocchini dello Osservatorio Trasformazioni Urbane Nuovo Ospedalino in Viale Carducci

 




 

Premessa

L’attenzione alla vicenda “nuovo Ospedale” sembra scemarsi come se non fosse connessa con le preoccupanti notizie sulla sanità che arrivano dall’ambiente regionale e nazionale, in termini di destabilizzazione dell’assetto sanitario pubblico, e da quello locale, in termini di smobilitazione di servizi e personale a favore di un concentramento di funzioni nelle tre sedi ospedaliere “universitarie” toscane.

Questa distrazione non può essere motivata dalla pigra rassegnazione ad una soluzione già definita come se rappresentasse l’unica via di speranza per la città, ma perché non vi è stata sufficiente informazione od onesta comunicazione sull’insufficienza delle reali prospettive, sulle inevitabili conseguenze nel contesto urbano, sulla dispersione di risorse che verrà attuata per realizzarne e giustificarne il progetto.

Un aspetto fondamentale, che è stato assolutamente ignorato, è quello che il programma, avviato con l’accordo del 10 giugno 2020, produrrà nei prossimi anni, anche prescindendo dai suoi prevedibili esiti inquietanti in campo sanitario e ambientale/urbanistico.

La prospettiva che segue, illustrata attraverso grafici di immediata lettura, serve a porre l’attenzione su ciò che ci aspetta in città nei prossimi anni, serve a gettare un sasso nello stagno dell’indifferenza e a richiamare l’Amministrazione Comunale alla consapevolezza di ciò che un’azione unilaterale di soggetti ( AUSL N-O  e Regione ) disinteressati alla realtà ed alle esigenze della città di Livorno sta per provocare. 

Cosa ci dobbiamo aspettare nei prossimi anni in termini di offerta sanitaria e di situazione ambientale urbana? 

Riteniamo che la trasposizione grafica, che mostra l’andamento in termini temporali e di efficienza di servizi elaborati sulla base di ipotesi di studio, possa essere smentita solamente da una seria programmazione temporale e prestazionale del programma definito tre anni fa dalle amministrazioni locali ( in vero da Comune e USL ), dal momento che fino ad oggi le previsioni avanzate hanno subito continui slittamenti nei tempi e la situazione sanitaria regionale ha mostrato sempre più quanto il modello cui si ispira anche il nuovo ospedale sia fallimentare.

Con gli schemi che seguono si trasferisce quindi su grafici lineari  quanto dedotto da un’analisi del programma del nuovo Ospedale; l’analisi è stata effettuata sulla base di notizie diffuse dai media e delle informazioni che il Comune di Livorno ha trasmesso  tramite comunicati ed elaborati spesso soggetti ad aggiornamenti e modifiche; nonostante che queste fonti disponibili si siano mostrate incomplete e spesso contraddittorie, hanno comunque fornito elementi tali da consentire di produrre un’ipotesi verosimile sull’andamento del programma avviato e di poterlo confrontare con una ipotesi alternativa fondata su un diverso approccio al problema generale, che ha per obbiettivo la salvaguardia del patrimonio pubblico attuale, altrimenti destinato al decadimento e all’abbandono.

Con il supporto conoscitivo di soggetti coinvolti dal fenomeno di trasformazione del complesso (operatori e utenza) e di esperienza in campo architettonico, urbanistico ed amministrativo, si può arrivare a configurare le due situazioni e confrontarle in merito alla ripercussione che potrebbero avere sulla funzionalità ed efficienza del complesso articolato (ospedale-parco ) e sulla evoluzione nel periodo occorrente alla loro attuazione.

I risultati, che potranno forse discostarsi ma non in maniera sostanziale dall’assoluta oggettività, portano a conclusioni che mostrano come la soluzione alternativa, in merito al  servizio sanitario, sia equiparabile se non migliore di quella perseguibile secondo il Protocollo di Accordo, con il vantaggio di non creare, nel tempo necessario alla mutazione dell’assetto generale, periodi di incertezza e di privazione di servizi, nonché indeterminatezza del raggiungimento degli obbiettivi, che non siano la “costruzione” della nuova struttura per la sede ospedaliera, producendo enormi disagi, che potranno rivelarsi irreversibili nel contesto urbano in cui si colloca. Indiscutibile è la migliore condizione del parco,  mantenuto e ancora potenziabile oltre il periodo temporale in esame.

Quindi, in sostanza, i due tracciati del grafico rappresentano i due percorsi di evoluzione del programma e dell’alternativa, in relazione a Tempi ed Efficienza, ovvero  la situazione che può configurarsi durante il periodo che condurrà ad avere il nuovo ospedale a confronto con l’andamento relativo ad una proposta alternativa che si basa sull’intervento progressivo di recupero strutturale e funzionale dell’ospedale attuale.

CHIAVE DI LETTURA DEI GRAFICI LINEARI

1)            Secondo l’accordo di programma

prima fase -  fino al 2025:

proseguimento dell’iter amministrativo e di definizione progettuale della nuova monoblocco ospedaliero;

lento declino strutturale e funzionale dell’ospedale attuale (calo di attenzione sulla manutenzione e problematiche organizzative e del personale, già in atto);

mantenimento della funzione attuale del parco Pertini anche se già lamenta una riduzione degli interventi di cura della parte resa disponibile all’ASL;

seconda fase – dal 2025 al  2030:

fase di apertura del cantiere e di costruzione del monoblocco ospedaliero;

prosegue il declino dell’ospedale attuale che terminerà con il completo abbandono a completamento del monoblocco;

drastico decadimento del parco ricondotto alla dimensione ante 1990, privato della parte più frequentata, che sarà presumibilmente abbandonato anche a causa dell’adiacenza all’attività di cantiere;

terza fase - successiva al 2030:

il nuovo monoblocco inizierà a funzionare con un primo periodo di normale rodaggio che porterà comunque ad una funzionalità che non rappresenterà un sensibile salto di efficienza (vedi esempi regionali ) rispetto alle potenzialità di una corretta gestione della situazione attuale;

l’ospedale attuale sarà abbandonato e si paleserà la necessità di reperire risorse o di individuare chi gestirà le attività alternative cui saranno destinati  i padiglioni, la conversione dei quali dovrà essere definita in funzione della domanda dei servizi, oggi imprevedibile,  che si manifesterà al momento della loro disponibilità fra quasi 10 anni,  il che fa presumere tempi lunghi per il completo ripristino della funzionalità del complesso;

la funzionalità ed attrattività del parco tarderà a risalire perché ancora da realizzare sarà la rinaturalizzazione delle zone indicate come nuova espansione dell’area verde, la realizzazione di servizi accessori e di strutture comparabili alle attuali, sempre che vengano reperite le risorse economiche e che venga completata la conversione della struttura ospedaliera attuale entro cui larga parte delle aree verdi sono previste collocarsi; la risalita del grado di accoglienza sarà lenta e difficile anche per la differenza sostanziale della qualità strutturale e distributiva della nuova offerta.  

2)            Proposta alternativa all’accordo

       prima fase -  fino al 2025:

Il primo periodo sarebbe dedicato allo studio delle modalità d’intervento sull’attuale complesso quindi ad una temporanea manutenzione ordinaria per consentire la stabilizzazione delle attività operative e programmarne la futura configurazione;

Il parco manterrà la sua attuale funzionalità quindi la sua frequentazione.

 Seconda fase – dal 2025 al  2030:

Con l’inizio del recupero dei padiglioni, secondo un programma a rotazione e con l’eventuale utilizzo dei capannoni di via della Meridiana, crescerà gradualmente l’efficienza del complesso;

La cura motivata del parco e l’opportunità di utilizzo dei capannoni retrostanti la palazzina Pirelli per servizi alle attività libere e scolastiche (con mantenimento scuola, e reperimento relative risorse) porteranno ad un’offerta di maggior attrattività e socialità del parco Pertini

Terza fase –  successiva al 2030

Probabile ultimazione del recupero funzionale dell’intero complesso ospedaliero attuale, con recupero di aree disponibili per la sua implementazione strutturale e funzionale (vi sarà la possibilità di realizzare anche edifici di nuova concezione) per vederne aumentare progressivamente l’efficienza.

Il parco Pertini potrà giovare del nuovo assetto, con nuove possibilità di collegamenti e servizi, migliorando ancora la qualità ambientale del comparto.